RPS N. 3-4/2021
Luglio-Dicembre 2021
ISBN: 9788823023895
Descrizione
Contrastare la violenza sulle donne attori, processi e pratiche di un campo in evoluzione
  • La Scuola in ospedale tra sfide educative e complessità relazionali
  • Oltre il proibizionismo. Le politiche di regolamentazione della cannabis
  • La pandemia e l’aggravarsi della povertà
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TEMA: Il contrasto alla violenza sulle donne in Italia, tra definizioni e pratiche situate
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Il contrasto alla violenza sulle donne: attori, processi e pratiche di un campo in evoluzione. Nota introduttiva
Pietro Demurtas, Maura Misiti, Angela M. Toffanin

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La metodologia dei centri antiviolenza e delle case rifugio femministe come «politica sociale di genere»
The feminist anti-violence centres’ and shelters’ practices as «gender social policy»
Beatrice Busi, Marta Pietrobelli, Angela M. Toffanin

L’articolo esplora gli effetti del processo di regolamentazione in atto sulle pratiche di Centri antiviolenza (Cav) e case rifugio (Cr), in particolare di quelli gestiti dall’associazionismo femminile e femminista, inquadrandolo all’interno del dibattito teorico sul «riconoscimento». A partire dalle narrazioni di operatrici antiviolenza sulle rappresentazioni e le pratiche adottate nei loro interventi, analizziamo 1) la specificità della metodologia di accoglienza dei Cav basata sulla co-costruzione dei percorsi di fuoriuscita dalla violenza con le donne accolte, 2) il tema dei finanziamenti e 3) il ruolo delle operatrici. Si intende così approfondire come le pratiche di Cav e Cr si integrino nel sistema istituzionale antiviolenza in Italia, configurandosi come politica sociale di genere. L’analisi conferma come le politiche antiviolenza rappresentino un unicum all’interno del sistema delle politiche pubbliche nel loro complesso, specificatamente caratterizzate da un approccio di genere, intersezionale e multidimensionale. Infine, l’articolo mette in luce come il dibattito che attraversa il percorso di regolamentazione riveli sia i vincoli, sia, talvolta, alcuni spazi di opportunità per interpretare le esigenze di Cav e Cr e delle donne.

ENGLISH - The article explores the effects of regulatory processes on the practices of anti-violence centres and shelters, in particular those run by women’s and feminist associations, within the framework of the theoretical debate on «recognition». By analysing the specificity of antiviolence centres’ practices, the co-construction with women of the support received, the issue of funding and the role of the advocates, we intend to investigate how practices of these anti-violence centres and shelters are integrated into the institutional anti-violence system in Italy, as a gender social policy. The analysis confirms that antiviolence policies are unique within the overall public policy system and they are specifically characterised by a gender, intersectional and multidimensional approach. Finally, the article highlights how the debate on the regulatory processes reveals both the formal constraints and, sometimes, some opportunities to interpret the needs of antiviolence centres and shelters, and those of women.

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Una convergenza impossibile? Gli interventi per autori di violenza in Italia tra resistenze e istanze innovatrici
Impossible convergence? The interventions for perpetrators of violence in Italy between resistance and innovative instances
Pietro Demurtas, Caterina Peroni

Nel campo degli interventi antiviolenza, il riconoscimento dei Programmi per autori di violenza (Pav) è stato accompagnato da dubbi di diversa natura. Tra questi, le resistenze di alcuni centri antiviolenza (Cav) femministi si fondano sui timori per la sicurezza delle vittime. Il contributo analizza le tensioni che si sono originate nel processo di accreditamento dei Pav e le strategie da questi adottate per legittimarsi. A livello politico, si analizza la negoziazione interna ai Pav in occasione della codifica dei princìpi di riferimento nelle linee guida nazionali, mentre a livello operativo si discutono le tensioni emerse con i Cav in merito alle procedure adottate dai Pav per garantire la sicurezza delle partner degli autori presi in carico. In entrambi i casi emergono ambivalenze, tensioni e strategie per il loro superamento, che indicano possibilità di conciliare i diversi posizionamenti, nella prospettiva di garantire sicurezza alle vittime in un sistema integrato e coordinato di intervento.

ENGLISH - Within the field of violence against women (Vaw) policies, the recognition of perpetrator treatment programs (Pav) has been accompanied by several concerns. In particular, some feminist anti-violence centers (Cav) raise resistances based on doubts for victims’ safety. This contribution analyzes the tensions that have arisen in the recognition process of Pavs and the strategies they have adopted to legitimize themselves. At a political level, we analyze the negotiations among Pavs during the codification of the reference principles in the national guidelines; at an operational level we discuss the tensions emerged with the Cavs according to the procedures adopted by Pavs to ensure the safety of the perpetrators’ (ex)partners. In both cases, ambivalences, tensions and strategies for overcoming them emerge, indicating possibilities for reconciling the different positions, with a view to guaranteeing safety for victims in an integrated and coordinated system of intervention.

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I centri antiviolenza nelle politiche regionali: eterogeneità e prospettive
Anti-violence centers in Italian regional policies: heterogeneity and perspectives
Pamela Pasian, Francesca Proia

Le politiche di prevenzione e contrasto alla violenza sulle donne sono definite, oltre che dalle disposizioni nazionali, anche da quelle regionali. A partire da una breve ricostruzione storica e normativa riguardante lo sviluppo del ruolo dei centri antiviolenza in Italia, il contributo analizzerà i contesti regionali e delle province autonome, al fine di esplorare i differenti assetti territoriali. L’articolo, ricostruendo la cornice formale entro cui si situa l’azione dei servizi, e approfondendo alcune dimensioni riguardanti l’inquadramento e il ruolo attribuito ai centri antiviolenza (Cav) a livello locale, propone una riflessione sul riconoscimento o meno delle loro peculiarità e sollecita la necessità di riconoscere le politiche antiviolenza come specifiche.

ENGLISH - Policies to prevent and combat violence against women are defined by national and regional provisions. Starting from a brief historical and regulatory reconstruction concerning the development of the role of the anti-violence centres in Italy, the article will focus on regional and autonomous provinces’ contexts, in order to explore the differences in the Italian realm. Reconstructing the formal framework of the activities of services, the article will deepen some dimensions regarding the role of anti-violence centres at the local level and will propose a reflection about the recognition of their peculiarities and the acknowledgment of the specificity of anti-violence policies

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Fare rete nel contrasto alla violenza maschile contro le donne
Networking in the fight against male violence against women
Anna Gadda, Alice Mauri

Il contributo affronta il tema del lavoro di rete nella prevenzione e nel contrasto della violenza maschile contro le donne e si concentra in particolare sull’analisi delle dinamiche che hanno luogo tra centri antiviolenza/case rifugio e servizi generali nei processi di costruzione di relazioni operative stabili. Tali collaborazioni, oggi unanimemente considerate il presupposto fondamentale per la messa in atto di interventi integrati, efficaci e rispondenti ai bisogni e ai desideri delle donne in uscita dalla violenza, sono lette sia alla luce del ruolo dei Cav, delle case rifugio e dei servizi generali, che del confronto metodologico e culturale tra questi attori, con la finalità di mettere in risalto sia i principali esempi virtuosi che le maggiori criticità relative ai processi di costituzione e funzionamento delle reti territoriali antiviolenza.

ENGLISH - To build a consistent networking in the struggle against male violence against women, different aspects should be considered such as the formal and effective relationships among anti-violence centres, shelters, social services, health services, police, school, the legal system and civil society and how their contributions could get a reliable support to the women. These collaborations are today unanimously considered the key to obtain an effective and responsive interventions qualified for responding to the needs and desires of women arising from violence. This is the reason why it is crucial to analyse the role of centres, shelters and general services, their methodology and professional culture, with the aim of highlighting the main virtuous examples and the major weaknesses related to the processes of anti-violence territorial response.

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Violenza sulle donne e intersezionalità: la capacità di risposta degli interventi a supporto dell’empowerment socio-economico
Violence against women and intersectionality: the responsiveness of interventions supporting socio-economic and labour empowerment pathways
Luciana de Pascale, Chiara Carbone

Il saggio pone l’attenzione al carattere intersezionale della violenza e al tema delle discriminazioni multiple, tessendo un filo di Arianna tra i risultati emersi da una ricerca di campo realizzata nell’ambito di un lavoro di valutazione dei due Piani nazionali contro la violenza sessuale e di genere. La prima parte presenta i risultati di un’indagine sugli interventi nazionali finanziati dal Piano Straordinario 2015-2017 a valere dei fondi stanziati da due Avvisi pubblici. L’indagine si focalizza sulla capacità ed efficacia di presa in carico e di supporto all’empowerment socio-economico delle donne considerate un target maggiormente vulnerabile al rischio di subire diverse forme di violenza ed esposte a discriminazioni multiple: migranti anche di seconda generazione, incluse le donne rifugiate e richiedenti asilo. La seconda parte si propone di comprendere se le criticità rilevate emergono anche dall’analisi del focus group condotto con soggetti del privato sociale impegnati nel contrasto di tutte le forme di violenza. L’obiettivo è di comprendere se tali discriminazioni permangono come fattori che ostacolano l’efficacia degli interventi di policy per prevenire e contrastare la violenza sulle donne più vulnerabili.

ENGLISH - This article focuses on the intersectional nature of violence and the issue of multiple discrimination, weaving a thread between the results of a field research carried out as part of the evaluation process of the two National Plans against sexual and gender-based violence. The first part presents the results of a survey on the national interventions funded by the Extraordinary Plan 2015-2017 using the funds allocated by two public notices. The survey focuses on the capacity and effectiveness of taking charge of and supporting the socio-economic empowerment of women who are considered a most vulnerable target group to the risk of suffering different kind of violence and exposed to multiple discrimination: migrants, including second-generation migrants, refugee women and asylum seekers. The second part aims to understand if the criticalities detected emerge also from the analysis of the focus group, conducted with Ngo actors engaged in fighting violence against women. The objective is to understand if such discriminations remain as factors that hinder the effectiveness of policy interventions to prevent and combat violence against vulnerable women.

ATTUALITA' I - La Scuola in ospedale tra sfide educative e complessità relazionali
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In salute e in malattia: politiche e diritto all’istruzione dei bambini e delle bambine
«In Sickness and in Health»: Policies and Children’s Right to Education
Roberta Bosisio, Federica Cornali

Il contributo introduce al tema del diritto all’istruzione dei bambini e dei ragazzi* in condizione di malattia; in particolare presenta ed esamina le politiche educative e sanitarie che, nel nostro paese, si realizzano principalmente attraverso l’erogazione di servizi scolastici alternativi quali la Scuola in ospedale (Sio) e l’Istruzione domiciliare (Id). Emerge la rilevanza di servizi che – tra sfide organizzative, educative e relazionali – garantiscono la «continuità didattica», alimentano la cosiddetta «continuità esistenziale» e consentono la prosecuzione di un percorso di sviluppo e di crescita personale.

ENGLISH - The article introduces the right to education of sick children, and in particular presents and examines the educational and health policies that, in Italy, are mainly implemented through the provision of alternative school services such as School-in-Hospital and Home Education. The relevance of these services emerges: they – amidst organizational, educational and relational challenges – guarantee «didactic continuity», feed the so-called «existential continuity» and allow the continuation of a path of personal development and growth.

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Docenti ospedalieri: equilibrismi sulla soglia
Hospital teachers: walking a tightrope
Manuela Olagnero, Giulia Storato

L’articolo analizza, sulla base di una prima discesa sul campo, le esperienze, le rappresentazioni e i posizionamenti di ruolo di un gruppo di docenti ospedalieri e, attraverso il loro punto di vista, offre spunti per riflettere su come le attuali politiche educative e sanitarie si intrecciano e sono implementate. A partire dalle sfide poste alla scuola dalla società della conoscenza, si discutono le potenzialità e gli inciampi che costellano il lavoro e la quotidianità del docente in ospedale. Quella che emerge è una professione che, per la particolarità del contesto, si costruisce attraverso equilibrismi su molteplici e sovrapposte soglie.

ENGLISH - The article, grounded on a still ongoing fieldwork, aims at analysing experiences, representations, positionings of a group of hospital teachers. Through their standpoint, it offers cues to reflect on how current education and health policies intertwine and are implemented. Starting from the challenges posed by the knowledge society to the school, we discuss strengths and pitfalls that dot the work and daily life of the teacher in hospital. A profession – and a professionalism – results, which, due to the peculiarity of the context, is built through a kind of acrobatic exercises on multilevel and overlapped thresholds.

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La vita in una stanza. Bambini e genitori in ospedale
Life in a room. Children and parents in hospital
Giulia Maria Cavaletto

La transizione dalla salute alla malattia che investe bambini e adolescenti e che richiede ricoveri prolungati si configura come elemento dirompente nelle biografie familiari. La discontinuità biografica che ne deriva, per tutti i componenti del nucleo, si manifesta nella trasformazione dell’agency infantile, della relazione genitori-figli e nella scoperta di una nuova quotidianità, dapprima subita, poi accettata. In questa nuova routine, prevalentemente caratterizzata da una scansione sanitaria del tempo, la scuola ospedaliera non soltanto occupa un posto di spicco per mantenere saldi legami con il fuori, ma si inserisce nel processo terapeutico come attivatore di energie e competenze.

ENGLISH - The transition from health to illness affecting children and adolescents and requiring prolonged hospitalizations is a disruptive element in family biographies. The resulting biographical discontinuity, for all members of the family, appears in the transformation of children’s agency and parent-child relationship, and in the discovery of a new everyday life, first suffered, then accepted. In this new routine, mainly characterized by a health scan of time, the school in hospital not only plays a central role in maintaining strong ties with the outside world, but is also part of the therapeutic process as an activator of energies and skills

ATTUALITA' II - Oltre il proibizionismo. Le politiche di regolamentazione della cannabis
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Cannabis: dal fallimento proibizionista ai successi delle legalizzazioni
Cannabis: from prohibitionist failure to legalisation achievements
Leonardo Fiorentini

Dopo sessanta anni di war on drugs è evidente il fallimento delle politiche proibizioniste sulle droghe. Queste sono sempre di più, prodotte in maggior quantità e consumate da un numero di persone che cresce a ritmo doppio rispetto alla popolazione mondiale. A partire dalle violazioni dei diritti umani, l’evidenza dei danni diretti e indiretti della repressione, sinora al centro delle politiche pubbliche sulle droghe, ha incrinato il fronte proibizionista. Riconducendosi all’obiettivo delle convenzioni sulle droghe, la tutela della salute, alcuni Stati hanno avviato politiche di regolamentazione legale della cannabis, ritenendolo un modo migliore di controllare la sostanza più diffusa e consumata. Uruguay, Canada, 19 Stati Usa e più recentemente Malta hanno avviato politiche che mirano a sottrarre alle narcomafie il mercato della cannabis, garantire la qualità della sostanza per coloro che la consumano e prevenire in modo più efficace gli usi problematici della stessa. I primi risultati sono positivi, sia in termini di salute e sicurezza pubblica, che dal punto di vista economico. La legalizzazione della cannabis non può più considerarsi un salto nel vuoto ma una alternativa efficace alla repressione.

ENGLISH - After 60 years of the war on drugs, the failure of prohibitionist drug policies is evident. There are more and more drugs produced in greater quantities and used by a number of people growing at twice the rate of the world’s population. The evidence of the direct and indirect harms by repression, which has been the focus of public policy on drugs, has cracked the prohibitionist front, not least because of the resulting human rights violations. Referring to drug conventions for health protection, some states have initiated policies of legal regulation of cannabis, considering it a better way to control the most widely used and consumed substance. Uruguay, Canada, 19 US states, and most recently Malta, have initiated policies that aim to take the cannabis market away from drug traffickers, ensure the quality of the drug for those who consume it, and more effectively prevent problematic uses. The first results are positive, not only in terms of public health and safety, but also from an economic point of view. The legalisation of cannabis can no longer be considered a leap into the void, but an effective alternative to repression.

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Cannabis: il referendum, il Parlamento e l’urgenza della riforma
Cannabis: the referendum, the Parliament and the urgency of reform
Grazia Zuffa

L’articolo si concentra sulle ragioni sociali e politiche che hanno spinto a proporre il referendum per la cannabis legale, e risponde alle obiezioni della Corte Costituzionale che lo ha dichiarato inammissibile. In particolare, sono discussi i vincoli che deriverebbero dalle Convenzioni internazionali al cambiamento della normativa, per via referendaria e per via parlamentare. Infine, si indicano le prospettive politiche per la più vasta riforma delle politiche di contrasto a (tutte) le droghe, dietro la spinta del movimento per la legalizzazione della cannabis.

ENGLISH - The article focuses on the social and political reasons for proposing the referendum for legal cannabis and responds to the objections of the Constitutional Court that declared it inadmissible. In particular, it illustrates how International Conventions prevent changes in legislation, by referendum and by Parliament. Finally, political perspectives for the broader reform of policies against (all) drugs are indicated, due to the push of the cannabis legalisation movement.

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Una (illecita) società di mutuo soccorso: l’offerta sociale di cannabis
An (illicit) mutual aid society: the social supply of cannabis
Marco S. Rossi

L’articolo si focalizza sulla cosiddetta «offerta sociale» di cannabis, definita come l’insieme dei gruppi di amici/consumatori in cui avviene un commercio «minimamente» orientato al profitto. Un arcipelago di società di mutuo soccorso, sorte tra pari, in vari paesi, in risposta alle restrizioni legali/morali gravanti su varie sostanze illegali, tra cui, in particolare, la cannabis. Qui si mostrano i risultati di un’indagine empirica che conferma la rilevanza dell’offerta sociale di cannabis anche in Italia, e suggerisce che l’uso di questo canale sia positivamente correlato con alcuni indicatori di integrazione sociale degli intervistati, quali il loro livello di istruzione e di occupazione.

ENGLISH - Here we study the cannabis «social supply», defined as «minimally commercial» trade of cannabis among users/friends. It is a set of «friendly societies», which endogenously arise among group of peers in front of legal/moral restrictions on cannabis trade. The literature indicates the relevance of «social supply» of many illicit substances, mainly cannabis, in many countries. Our empirical study confirms the relevance of cannabis social supply in Italy. Moreover, our data show a positive correlation between the user’s preference for social supply and his/her education and occupation

DIBATTITO: La pandemia e l’aggravarsi della povertà. Quali misure per contrastarla?
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La povertà non è una colpa
Poverty is not a fault
Giordana Pallone

L’articolo, partendo dalla lettura del Rapporto Caritas Oltre l’ostacolo, Rapporto 2021 su povertà ed esclusione sociale in Italia, sviluppa un ragionamento sulla situazione della povertà nel nostro paese e su quanto abbia inciso la pandemia, attraverso un’analisi dei dati disponibili e dei principali interventi adottati, sia strutturali (in particolare il reddito di cittadinanza) sia una tantum. Sulla base dell’analisi proposta, sono delineati alcuni provvedimenti che il legislatore dovrebbe adottare per rafforzare la misura di contrasto alla povertà e la rete di servizi pubblici territoriali necessari a prevenire e contrastare le disuguaglianze.

ENGLISH - Starting from the Caritas Report, Oltre l’ostacolo, Rapporto 2021 su povertà ed esclusione sociale in Italia, the article analyzes the situation of poverty in Italy and how much the pandemic has increased it, through an overlook on of the available data and the main interventions adopted, both structural (in particular the Citizenship Income) and «one-off». Based upon the proposed analysis, the essay outlines some provisions that the legislator should adopt to strengthen the measure against poverty and to improve the network of local public services necessary to prevent and combat inequalities.

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Un rapporto sulla lotta alla povertà può contribuire a ridurre la povertà?
Could a report on tackling poverty help to reduce poverty?
Tiziano Vecchiato

Negli ultimi anni le scelte politiche hanno aggiunto ulteriore spesa alla protezione sociale, senza riqualificarla, passando da 50 a 70 miliardi di euro (più di 1.000 euro pro capite). Con quali benefici per i poveri? Di quanto hanno ridotto i loro problemi? Quanto hanno aumentato la dipendenza dai trasferimenti pubblici? Quanto opportunismo è stato incoraggiato? Servono valutazioni veritiere. Il problema è riconoscibile negli studi interessati a descrivere la povertà senza misurare gli esiti. Si limitano a descrivere andamenti epidemiologici, ma non misurano l’utilità e l’efficacia delle soluzioni. Un rapporto sulla lotta alla povertà può contribuire a migliorarla? La risposta ha a che fare con le responsabilità di ogni ente/istituzione coinvolta. Se un rapporto sulla lotta alla povertà non mostra l’effettività delle azioni nei territori, per cosa può essere utilizzato?

ENGLISH - In recent years, political choices have added further spending to social protection, without upgrading it, going from 50 to 70 billion euros (more than a thousand euros per capita). With what benefits for the poor? How much have they reduced their problems? How much have they increased dependence on public transfers? How much opportunism has been encouraged? Truthful assessments are needed. The problem is recognizable in surveys interested in describing poverty without measuring outcomes. They merely describe epidemiological trends, but do not measure the usefulness and effectiveness of solutions. Can an anti-poverty report help improve it? The answer has to do with the responsibilities of each agency/institution involved. If a report on the fight against poverty does not show the effectiveness of actions in the territories, what can it be used for?

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Usura: l’ultima sfida
Usury: the last challenge
Luciano Gualzetti

Negozianti, artigiani, piccoli imprenditori, divenuti improvvisamente incapaci di onorare i debiti, sono sempre più tentati di cercare una illusoria via di fuga, cedendo alla proposta di chi è pronto a offrire soldi. Ma spesso si trovano costretti a pagare a caro prezzo il denaro che hanno ricevuto in prestito. La consulta delle fondazioni antiusura italiane si è interrogata sui rischi che la pandemia può comportare in termini di usura. In particolare: quali sono state le conseguenze dei lockdown sul fenomeno dell’usura? Chi la pratica e a chi si rivolge? Su questo problema lo Stato può contare su un robusto alleato, le Caritas, che in virtù della capillare ramificazione della Chiesa nel nostro paese, è un baluardo a difesa della società buona che rappresenta un interesse collettivo tutelare.

ENGLISH - Shopkeepers, artisans, small entrepreneurs, who have suddenly become unable to honour their debts, are increasingly tempted to seek an illusory way out, yielding to the proposal of those who are ready to offer money. But they are often forced to pay dearly for the money they have borrowed. The Consultation of Italian anti-usury foundations has questioned the risks that the pandemic may entail in terms of usury. In particular: what have been the consequences of lockdowns on the phenomenon of usury? Who practices it and to whom do they turn? On this problem, the State can count on a strong ally: Caritas, which, by virtue of the Church's capillary ramification in our country, is a bulwark in defense of the «good society» that represents a collective interest to protect.

APPROFONDIMENTI
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Il Rapporto sullo sviluppo sostenibile ASviS. Serve un cambiamento culturale perché le proposte diventino concrete
ASviS’ Report on sustainable development. A cultural change is needed if we want the policies to be effective
Andrea Morniroli, Patrizia Luongo

Con la pandemia abbiamo tutti rivalutato l’importanza dei servizi pubblici e ci siamo resi conto degli altissimi costi, in termini economici, sociali e di vite umane, generati dallo smantellamento del welfare territoriale. Abbiamo anche realizzato quanto sia alto il numero di lavoratori privi di qualsiasi forma di tutela e di ammortizzatori sociali. Eppure, a meno di due anni dal primo lockdown, tutti questi apprendimenti sembrano già quasi dimenticati. Per questo, oggi più che mai, è necessario mantenere vivo e acceso il dibattito su questi temi. Nell’ambito di questo dibattito arrivano spunti importanti, sia in termini di analisi che di possibili proposte di politiche, dal Rapporto annuale dell’ASviS. Alcune di queste proposte sono presentate nella sezione 2 di questo articolo. La sezione 3 sottolinea che, affinché tali proposte diventino praticabili, è necessario un ribaltamento di prospettiva e di approccio della politica su tali tematiche; vengono quindi evidenziati alcuni ambiti, dall’istruzione, al welfare al contrasto alla povertà, in cui serve un cambiamento culturale nel modo in cui pensiamo alle politiche.

ENGLISH - With the onset of the pandemic we all reconsidered the relevance of the public services and we find out that dismantling territorial welfare generated enormous economic and social costs and had also an impact in terms of loss of human lives. We also realized that a great number of workers lack any kind of social protection and do not have access to social welfare programs. Nevertheless, less than two years after the first lockdown, it looks like we are about to forget all these things. That is why we think it is crucial to keep alive and vibrant the debate on these issues, now more than ever. Within this debate, the ASviS’ annual Report rises some interesting points, in terms of both analysis and policies. Some of them are described in section 2 of this article. Section 3 makes a point of the cultural changes needed in order to make these policies feasible: for that to happen, we need to overturn the perspective and the way we approach poli.cies, especially those related to welfare, education and poverty

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L’esigenza di formare e sensibilizzare i decisori pubblici a una progettazione human-centered dei servizi pubblici
The need to train and raise public decision makers about a human-centered design of public services
Antonio Opromolla

Il contributo intende dimostrare l’esigenza di applicazione da parte dei decisori pubblici di modalità più innovative di interazione con i cittadini, considerati i numerosi cambiamenti della nostra società negli ultimi decenni. Nell’era della trasformazione digitale, infatti, le nostre reti socio-tecniche diventano sempre più aperte, portando all’aumento della (auto)consapevolezza della centralità e del ruolo potenziale delle persone e dei cittadini. Per questo le pubbliche amministrazioni dovrebbero dotarsi di strumenti adeguati per affrontare la complessità che emerge da tale condizione, rendendosi disponibili a ripensare il rapporto con i cittadini. In particolare, il contributo intende mostrare da un lato come l’approccio del design thinking possa offrire strumenti e metodi preziosi ai decisori per raggiungere questi obiettivi e dall’altro come sia necessario un aggiornamento delle loro competenze e conoscenze. Nel paper vengono identificati i principali bisogni dei decisori in questo campo, insieme alla descrizione di un corso di formazione per decisori focalizzato sull’approccio del design thinking, strutturato sulla base di questi bisogni.

ENGLISH - The article focuses on the importance that decision makers, and more in general the overall public administration, apply more innovative ways of interaction with citizens, due to the changes that are happening in the last few decades in our society. Indeed, in the era of digital transformation our socio-technical networks become more and more open, leading to the increasing of the (self)awareness of the centrality and potential role of people and citizens. For this reason, public administrations should equip themselves with appropriate tools to deal with the complexity that emerges from this condition, making themselves available to rethink the relationship with citizens. This contribution intends to show on the one side how the design thinking approach can offer valuable tools and methods to the decision makers to reach these objectives, and on the other side how an update of their skills and knowledge is necessary. In the article, the main needs of the decision makers in this field are identified, along with the description of an experience of teaching a training course for decision makers focused on the design thinking approach, based on these needs.

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